Federazione Italiana Mercanti d'Arte

Sibilla

Giovanni Francesco Romanelli (Viterbo 1610-1662) attr.

"Sibilla"
Giovanni Francesco Romanelli attr.
(Viterbo 1610-1662)
olio su tela
Epoca   metà del '600
Misure tela 48 x 37 cornice 60 x 50

Questo bel dipinto del pieno '600 raffigura in maniera decisamente staccata dai soliti schemi una splendida Sibilla.
La protagonista è particolarmente avvenente ed è ritratta carica di femminilità con I seni molto scoperti, i capelli sulle spalle e una magnifica acconciatura.
Veramente notevole il movimento delle vesti nei modi più tipici della migliore pittura Barocca Romana.  In effetti il dipinto mostra tutte le peculiarità del Barocco sontuoso ma di raffinata eleganza.
L'opera appartiene al repertorio di Giovanni Francesco Romanelli "il Viterbese" che dipinse questa Sibilla in diverse varianti, la più famosa esposta al museo di Capodimonte.
La nostra, di dimensioni contenute, riteniamo sia molto interessante oltre che di grande fascino.

Cenni di Biografia :

Romanelli nacque a Viterbo da Laura de Angelis e Bartolomeo Romanelli. All'età di 14 anni, si recò a Roma per studiare per diventare un artista. In pochi anni fu introdotto nelle maestranze del Cardinale Francesco Barberini. Fu allievo di Domenichino e nello studio di Pietro da Cortona, che era in quel periodo il più importante esponente della pittura barocca a Roma. Con quest'ultimo, però, il rapporto si degradò e il Romanelli andò via dal suo studio. Continuò a essere molto attivo a Roma sotto la protezione dei Barberini. Nel 1639 fu eletto Principe della prestigiosa Accademia di San Luca.

Con la morte di papa Urbano VIII e l'ascesa di papa Innocenzo X al soglio pontificio, la famiglia Barberini cadde in disgrazia e il Romanelli perse una protezione influente.

In quest'epoca fu chiamato a lavorare a Parigi dal Cardinale Mazarino, per il quale dipinse un ciclo di affreschi sul tema delle Metamorfosi di Ovidio. Qui dipinse anche gli appartamenti di Anna d'Austria, madre di Luigi XIV, al Palazzo del Louvre. In Francia lavorò anche al Castello di Le Raincy e al Palazzo Episcopale di Carpentras. Per il prestigio delle sue opere in Francia fu fatto Cavaliere dell'Ordine di San Michele da re Luigi XIV.

Negli ultimi anni della sua vita tornò a Viterbo dove eseguì le sue ultime opere.






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